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Immagine del redattoreEzio Delli Ponti

Storia vera.

All’incirca venticinque anni fa, ho avuto modo di assistere mia mamma durante la sua malattia quando le venne diagnosticato un cancro al seno.

Fin da subito le fu prescritta tutta una serie di farmaci molto potenti e dopo qualche tempo ed un paio di chemioterapie, le fu rimosso il seno (mastectomia). I mesi a seguire furono un bombardamento di farmaci, altre sedute di chemio per poi procedere con una ventina di sedute di radio terapia nell’arco dei mesi a seguire.

Inutile specificare come si ridussero il corpo e psiche di mia madre; il colore della pelle era irreale: combatté contro atroci sofferenze fisiche debilitanti, conseguenza dalla terapia medica stessa. L’iride degli occhi che è lo specchio della qualità degli organi, era cambiato di colore, da azzurro era diventato molto più scuro e presentava delle grandi macchie.

Nessun dottore, fin dall’inizio delle terapie, consigliò di rivedere l’alimentazione. Anzi, dal dottore di base fu consigliato di aumentare i pasti a base di carne rossa, che furono prontamente implementati.

Nonostante la gravità delle condizioni di mia mamma, ella riuscì a sopravvivere e tornare ad una vita quasi normale, con tutte le conseguenze psicologiche devastanti dei farmaci chemioterapici e per aver subito la rimozione del seno.

Ma non fu abbastanza: dopo qualche tempo si ammalò più di prima; metastasi si formarono ai polmoni, al fegato ed alle ossa. Inutile in questa sede descrivere nei dettagli come l’attacco farmaceutico ridusse ancora una volta e più di prima il suo già fragile corpo. Dopo pochi mesi e atroci sofferenze, lasciò questo mondo.

Ho visto di persona come sono i reparti oncologici, soprattutto al sud Italia e ritengo che nessuna persona al mondo meriti di subire un tale accanimento. Anche solo la paura stessa che si respira nell’aria è fonte di disagio e di abbattimento delle difese immunitarie. Con il senno di poi e con le conoscenze di oggi, ritengo che il trattamento medico farmacologico è stato probabilmente la causa principale della sua dipartita anticipata.

Certo, con il senno di poi è impossibile sapere come sarebbe andata se avesse scelto un percorso differente. Ma rimane chiaro che nessun individuo al mondo meriterebbe di soffrire in quel modo a causa delle “cure” mediche. Invito il lettore interessato a dare uno sguardo alle controindicazioni presenti nel bugiardino di un farmaco qualsiasi o peggio “anti-cancro”: è spaventoso ma anche illuminante.

A differenza di quanto accade oggi (e non sempre), nessuno dei dottori prese in considerazione di proporre una nuova dieta alcalinizzante e fluidificante, con maggiore spazio alla sana alimentazione ed all’esercizio fisico e psicologico. Nessun medico consigliò terapia di respirazione profonda o un corso di Yoga.

Mia madre merita tutta la mia stima per aver combattuto così fortemente, non tanto per la malattia in sé, ma per tutta la serie di conseguenze nefaste che le portò la terapia portandola ad annientare le energie vitali, ridotte praticamente a zero.

Il suo sistema immunitario era già compromesso dalla prima battaglia, l’inquinamento tossico-chimico aveva già fatto la sua parte ed era prevedibile che sarebbe stata a rischio di ammalarsi nuovamente. Quella di mia madre è solo una testimonianza su milioni: persone che come lei hanno subito, subiscono e subiranno tali esperimenti.

La terapia medica è basata sul concetto errato di malfunzionamento casuale del corpo, dove la soluzione è tendenzialmente l’annullamento del sintomo. Esso è invece, l’unico modo naturale del corpo per esprimere un disagio in corso che necessita di attenzioni. Intervenire sul sintomo e non sulla causa è un atteggiamento di paura e di incertezza nei confronti della natura e del nostro stesso organismo.

Il cancro oggi, si può prevenire ed eventualmente curare integrando uno stile di vita naturale e compatibile: cibo sano, acqua, aria, sole, esercizio fisico ed emozioni positive. I successi e le testimonianze in questo senso sono evidenti e numerose.

La guarigione naturale promuove il sintomo come reazione benefica, conseguenza dell’attività di pulizia del corpo. Grazie al contatto ritrovato con sane abitudini e corretto stile di vita, si può curare l’origine della malattia in particolare con il digiuno terapeutico e allontanandosi dallo stress e da un ambiente negativo.

Ma anche grazie alla meditazione ed alla cura del pensiero emotivo che aggiungendosi alle terapie possono rafforzare enormemente la volontà e le possibilità di ritornare a condurre una vita ricca ed in salute. C’è da comprendere che affrontare un cambio di abitudini dello stile di vita, percorrere un digiuno terapeutico, è una scelta molto più difficile che avvenga tra la popolazione. Non solo perché si basa sul cambiamento delle credenze radicate fin dall’infanzia, e quindi più difficile a livello di volontà e di ambiente da gestire.

Per non parlare del fatto che concretamente i governi non attuano quello che promuovono solo parole, come slogan del tipo “fate sport!”, per poi far rimanere le persone senza lavoro, oppure con ritmi frenetici, con solo problemi da gestire e senza tempo libero per condurre una vita piena.

La salute naturale in fin dei conti non smuove grosse somme di denaro: essere persone sane è un problema per il sistema sanitario. Quindi, uno stile di vita che previene le malattie non è attuata a livello pubblico, non rientra nei protocolli nel caso di terapie ufficiali, che invece con i farmaci, i macchinari e altre terapie, muovono miliardi di euro sulla salute delle persone.

Certo, servono conoscenza e forza di volontà per guarire con l’alimentazione e le pratiche naturali. Ed ecco perché è importante migliorare il proprio stile di vita, anche se di poco. Ricorrere invece all’aiuto esterno del medico e del farmaco, è spesso l’unica scelta che inconsapevolmente ci viene proposta. Essa è anche quella più facile inizialmente, perché non comporta impegno e responsabilità individuali: in fondo quando si parla di salute è giusto rimettersi nelle mani esperte di un medico (o almeno questo è quello che ci è stato spiegato fin da bambini).

Ma in questo modo affidiamo la guarigione ad uno sconosciuto che non può darci certezze, doniamo il nostro destino all’infuori di noi stessi e la terapia farmacologica è pur ricca di controindicazioni; essa infatti rappresenta quasi sempre un tentativo-palliativo, soprattutto nel caso di malattie metaboliche e non solo.

Quando un paziente muore in ospedale si dice che «non ha reagito alla cura». E se la cura non fosse quella giusta, chi lo può dire? I medici sono esonerati dalle conseguenze delle cure dettate dai protocolli che essi ricevono dalle istituzioni superiori e rischiano di essere espulsi dall’ordine professionale se non seguono i suddetti protocolli.

Questi ultimi vengono infatti stilati in stretta collaborazione con le stesse multinazionali produttori di farmaci.

Questo articolo è un estratto del libro “Il Metodo Cambia Adesso!” disponibile su Amazon a questo link:



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